giovedì 29 agosto 2019

#VersoZeroSprechi2019



#VersoZeroSprechi2019
Ci avviciniamo al 1° settembre e come saprete il chiosco del bocciodromo sarà il punto ECOristoro. I titolari già piuttosto attenti alla differenziata colgono questa occasione per dare una ulteriore spinta verso la sostenibilità e da domenica non ci saranno più bottiglie di plastica per l’acqua ma solo lattine. Inoltre, su nostro suggerimento, hanno deciso di adottare i “bucatini di pasta“ in alternativa alle classiche cannucce.
Se tutti facciamo poco, insieme possiamo fare molto.

martedì 27 agosto 2019

There is No Planet B Garda


#thereisnoplanetbgarda
A Manerba del Garda un evento #RifiutiZero.
Abbiamo fornito le attrezzature adeguate e abbiamo trasferito le nostre esperienze.
È stato installato un ecopoint ben visibile (punto conferimento unico dei post-consumo) presidiato da tutor preparati sulla differenziata.
Ottima la scelta di utilizzare 
#Amicobicchiere, un bicchiere in plastica dura che diventa gadget e che chi acquista può utilizzare anche a casa o in altre occasioni. 
Un punto di distribuzione di acqua pubblica depurata per non utilizzare bottiglie in plastica e le stoviglie compostabili hanno fatto il resto.
Tutto ciò ha portato ad avere una differenziata di ben oltre il 90%.
Complimenti agli organizzatori e ai volontari che han dimostrato per l’ennesima volta che
"se tutti facciamo poco, insieme possiamo fare molto". #5RZeroSprechi

domenica 25 agosto 2019

Verso Zero Sprechi



Una domenica dedicata alle buone pratiche per essere più sostenibili, partendo dall'attenzione per la gestione efficace dei rifiuti ed arrivando alla tutela del nostro Patrimonio Verde.
Ci aiuteranno in questo percorso Luca Regina con il suo ECOCIRCUS, l'associazione Piantumazione Selvaggia con cui alle 10.30 pianteremo 5 alberi nel parco ed i nostri volontari che per tutto il giorno saranno a vostra disposizione, anche per i più piccoli.
Dalle 16 ci sarà l'intervento di 3 illustri relatori, Rossano Ercolini, Enzo Favoino e Roberto Cavallo, che parleranno di raccolta differenziata e buona gestione di ciò che comunemente chiamiamo "rifiuto" per farlo diventare "risorsa"
Ci sarà anche spazio per parlare dell'importanza degli alberi e del progetto della Grande Muraglia Verde per contrastare l'avanzare del deserto, con la partecipazione di Pasquale Policastro, vicepresidente delle fondazione Coeur Verte e di alcune volontarie che hanno partecipato al progetto.




venerdì 23 agosto 2019

Spesa a rifiuti zero: qualche piccola dritta



Oggi il nostro presidente Marco Migliorati ci ha fatto dono di una sua "pillola di saggezza" per rendere la spesa che facciamo a "zero sprechi".

"Benché sia per il negozio di vicinato e cerco sempre di fare la spesa dal contadino dietro casa, mi capita a volte di andare a fare la spesa presso il supermercato. Lì, nel reparto frutta e verdura, una volta pesata la merce, devo appiccicare lo scontrino adesivo sulla busta compostabile (vi ricordate? quelle di plastica sono ormai vietate...).
Bene, una volta giunto a casa e tolta la frutta e la verdura dalla busta, purtroppo, se abbiamo appiccicato senza attenzione lo scontrino, dovremo gettare anche la busta che si romperà (ed essendoci sopra lo scontrino, prodotto con carta chimica, dovremo gettarla nel secco residuo). Ora, se invece prestiamo un po' di attenzione e appiccichiamo lo scontrino nella parte alta della busta, incollandolo magari vicino ai lembi che utilizziamo per chiuderla, con un semplice colpo di forbici riusciremo a liberarci dello scontrino (che andrà nel secco residuo) permettendoci poi di riutilizzare la busta compostabile: il tutto a zero sprechi.

Le buste compostabili, se di dimensione "normale", sono ottime per la raccolta dell'organico; se le dimensioni, invece, sono particolarmente ridotte, e avete degli amici pelosi in casa, io vi consiglio di usarle per raccogliere le deiezioni canine (che così si posso gettare poi nell'organico).

Ecco le 5 regole per aiutare l'ambiente



"Voglio fare qualcosa per salvare il Pianeta", più facile a dirsi che a farsi. Avere un comportamento più sostenibile, vicino all'ambiente, capace di ridurre i consumi e contribuire alla battaglia contro il cambiamento climatico è oggi uno degli impegni più ricercati – anche in termini di prodotti – da parte dei consumatori. Un recente sondaggio della società Nielsen ribadisce ad esempio come la "sostenibilità" sia ormai una tendenza, un atteggiamento che le persone pretendono sia negli acquisti sia nel comportamento delle altre persone, a partire dal vicino di casa. Ma come si può essere realmente "sostenibili" e come si può trasmettere questo desiderio ad altri perché più persone possibile adottino abitudini più attente alla salute del Pianeta? Se lo è chiesto il sito The Conversation che ha analizzato 320 articoli accademici che parlano dei comportamenti sociali dei consumatori. Dall'analisi di questi studi ha sintetizzato 5 percorsi, individuali e condivisi, per tradurre la sostenibilità in azioni concrete.


1. L'azione

Mostrare ad altri cosa si può fare per aiutare l'ambiente è un ottimo modo per essere sostenibili, sostiene The Conversation. In quanto "animali sociali" siamo abituati a seguire le azioni di altri soprattutto su questioni etiche e quando osserviamo un comportamento che riteniamo "giusto" siamo più portati a seguirlo. Ecco perché servono degli "ambasciatori". Un esempio riguarda il solare: è stato dimostrato che laddove un sostenitore dei pannelli solari decide di installarli ben visibili nella propria casa è in grado di "reclutare" o convincere il 63% dei residenti e dei vicini ad acquistare e installare altri pannelli. E' una forma di 'influenza sociale' riscontrata anche in altri contesti, come ad esempio un campus universitario: se gli studenti si impegnano nel realizzare una compostiera e a riciclare correttamente, altri studenti seguiranno automaticamente il loro esempio. 

2. Le abitudini

Sempre dall'analisi di studi accademici si evince come per "costruire una nuova abitudine sostenibile bisogna prima rompere le cattive abitudini". Una regola che – osservano gli studi – è più facile da attuarsi quando si affronta un grande cambiamento nella vita: ad esempio, le persone che si trasferiscono o iniziano un nuovo lavoro hanno maggiore tendenza a ridurre l'uso dell'auto ed evitare di inquinare. Ma non sempre è facile cambiare rotta: ecco perché gli studi comportamentali suggeriscono come strategia quella di applicare sanzioni anziché premiare comportamenti positivi. Quando la nuova abitudine avrà preso piede, si potrà allora rinunciare alla sanzione. Per creare "abitudini sostenibili" è inoltre necessario avere sempre un ritorno informativo su ciò che si sta facendo: quando ad esempio si ha coscienza costante e in tempo reale dell'energia che si consuma nella propria casa, il consumo diminuisce tra il 5 e il 15%.

3. La coerenza

In tema di sostenibilità gli articoli universitari analizzati da The Conversation raccontano come la "coerenza" sia un concetto imprescindibile. Le persone sono più stimolate ad azioni sostenibili se ci sono benefici personali per esempio in termini di salute, oppure se sanno che le loro azioni contano per l'ambiente, ma per avere successo parole e azioni di sostenibilità devono soprattutto essere coerenti. In uno studio è stato analizzato ad esempio il caso di un hotel che con uno sforzo per aiutare l'ambiente è diventato plastic free, ha iniziato ad offrire articoli da bagno compostabili e ha chiesto agli ospiti di risparmiare energia nelle stanze. Ha funzionato: i clienti hanno ridotto i consumi del 12%. Se però un appello o una campagna per la sostenibilità non appaiono coerenti, l'effetto è inverso: spesso aumentano sprechi e consumi.

4. La trasparenza

Gli studi sui comportamenti sociali ci ricordano che quando si parla di sostenibilità vanno considerati sia cuore che testa. Sentimenti positivi, orgoglio e divertimento possono influenzare le persone a vivere positivamente le loro azioni sostenibili per l'ambiente mentre il contrario, ad esempio stimolare il senso di colpa per ciò che non si sta facendo, raramente risulta efficace. Ciò che più conta – sostengono le ricerche – è informare correttamente e farlo in modo tale che i consumatori si preoccupino di un problema. Un esempio? "Le etichette energetiche delle lampadine che evidenziano i Watt utilizzati hanno uno scarso effetto sui consumatori. Al contrario, quelle che mostrano i possibili risparmi in 10 anni hanno quadruplicato gli acquisti energeticamente efficienti".

5. L'esempio

Un metodo efficace per stimolare la sostenibilità ambientale è quello di usare esempi tangibili, sia a livello locale che globale, dell'effetto delle proprie azioni. Ad esempio parlare di come la natura, gli animali e le piante subiscono gli impatti del cambiamento climatico. Anche l'uso dell'immagine è importante: una fotografia di un ghiacciaio che si è ritirato a causa del riscaldamento globale è decisamente più funzionale, nello stimolare azioni sostenibili, di un grafico globale sullo scioglimento dei ghiacciai. Per trasformare le intenzioni in azioni, infine, è necessario "proiettare i consumatori nel futuro". Uno degli studi racconta per esempio che le persone a cui è stato chiesto di considerare la propria eredità per i posteri con la domanda "come sarò ricordato?" hanno effettuato il 45% di donazioni sopra la media ad enti benefici che operano per arginare il cambiamento climatico.

di Giacome Talignani, La repubblica del 13 agosto 2019 

domenica 18 agosto 2019

Addio plastica. E la borraccia diventò cool

Oggi sulle pagine de La repubblica si parla dell'uso delle borracce, che sta sempre più prendendo piede, non solo tra i giovani. Ovviamente anche noi della 5R Zero Sprechi ci abbiamo pensato: il 1° settembre, durante la giornata #VersoZeroSprechi potrete, con una piccola offerta, avere le nostre bellissime borracce, personalizzate 5R.  Perché la borraccia che portiamo tutti i giorni con noi manda un messaggio immediato e di grande popolarità: tengo a me stesso e all'ambiente che mi circonda! 



Non serve soltanto a idratarsi e non è soltanto un gesto di attenzione per l’ambiente. È parte di noi e dice chi siamo. La borraccia, che prima acquistava soprattutto chi faceva sport, o chi non voleva rinunciare all’acqua fresca ovunque, è diventata un oggetto di culto, più modaiola dello zaino ultimo modello, più personalizzabile della cover del telefonino. E se le modelle e attori la esibiscono, non è a loro (o non soltanto a loro) che va il merito di aver convertito molti italiani alla bottiglia in alluminio.
Il caso della borraccia è emblematico del potere dell’istruzione, perché le prime campagne per dire basta alla bottiglietta di plastica sono passate dalle scuole e ora dalle università. Le lezioni di educazione ambientale nelle primarie hanno spesso avuto come primo obiettivo quello di eliminare la bottiglietta da mezzo litro dallo zaino. Quando sposano una causa, i ragazzini sono dei formidabili crociati e hanno passato la parola in casa. Nei Comuni del Chianti fiorentino di Barberino, San Donato e Tavarnelle, per esempio, già dal 2014 un migliaio di bambini ha avuto in dotazione una borraccia di alluminio riutilizzabile: se anche l’oggetto ha fatto presa su almeno un altro componente della famiglia, la diffusione del messaggio è stata capillare. Su un effetto domino per eliminare la plastica dal Comune conta anche Milano, dove il sindaco Beppe Sala ha annunciato che al primo giorno di scuola, a settembre, a tutti gli studenti di elementari e medie sarà consegnata una borraccia di alluminio. Sala ha anche anticipato che le borracce saranno poi consegnate ai dipendenti delle partecipate e dei servizi pubblici. Le amministrazioni, stanche di smaltire quintali di plastica, sono infatti altre promotrici dell’uso della borraccia, con la sua distribuzione (con tanto di logo del Comune) ai dipendenti, come ha fatto Verona nel 2018. Lo scorso maggio a Udine un altro ottimo impulso al successo delle borracce: la conferenza dei rettori ha aderito al progetto "plastic free" scegliendo di partire dalle piccole abitudini quotidiane ed eliminare le bottiglie di plastica. Molte università (Roma Tre, Teramo, Basilicata, Catania, tra le altre) hanno cominciato a distribuire le borracce agli studenti.
Non ultimo è arrivato il design, che ne ha fatto oggetti che si comprano nei negozi dei musei o si personalizzano con il proprio nome, la squadra del cuore, il messaggio o il "cappottino" isolante per tenere l’acqua fresca.
«Le campagne contro la plastica stanno facendo presa sulle persone — osserva Roberta Sassatelli, sociologa dei consumi della Statale di Milano — e a diffondere l’uso delle borracce è stata anche un’altra battaglia ecologista, quella contro la privatizzazione dell’acqua. Esibire la borraccia è un modo per prendere posizione, fare la propria parte. In più, essendo un oggetto che si porta sempre con sé, permette di mandare un messaggio immediato e di grande popolarità: la borraccia dice: "Tengo a me stesso e all’ambiente"».

Cristina Nadotti, La repubblica, 18 agosto 2019

sabato 17 agosto 2019

"La Svezia ricicla bene ma deve importare i rifiuti". Ma vi siete chiesti il perché?


Gira sul web un video in cui si "decantano" le lodi della Svezia, talmente virtuosa nella gestione dei rifiuti...  da doverli importare...

Ma voi vi siete domandati perché una nazione ha bisogno di rifiuti?

Io non ci vedo assolutamente nulla di positivo...
Quello che succede alla Svezia è un po' quello che succede in tutti i Paesi del Nord (che ogni tanto mi tocca leggere che dovremmo prendere a modello, tipo la Danimarca con il suo fantasmagorico inceneritore dove si scia sul tetto)... Purtroppo sono stati dei grandi sveglioni perché hanno creduto a quei gonzi (ce ne sono anche da noi) che alla fine degli anni 80 gli hanno detto: "costruiamo un bel po' di termovalorizzatori (parola magica!), così bruciamo i rifiuti per fare energia e per produrre il calore necessario per scaldarci le case!".
Ecco, lasciando perdere l'aspetto sanitario delle diossine e dei metalli pesanti (da loro meno evidente perché l'aria non "ristagna" come da noi, visto che i continui venti disperdono tutto, evitando l'effetto aerosol che invece caratterizza la nostra Pianura Padana...) ora si trovano un duplice problema da affrontare:
1) l'Unione Europea, mentre loro hanno costruito una marea di inceneritori, ha emanato delle direttive sui rifiuti incentrate sul recupero della materia [direttiva europea 98/2008] perché, da un punto di vista economico, ci si è accorti che costa molto di più produrre nuovamente un oggetto partendo dalla materia prima (produrre la plastica dal petrolio, per esempio) piuttosto che riciclare (produrre la plastica da altra plastica). Facendo due conti, la resa energetica che si ottiene bruciando è del 25% circa, riciclando del 100%...
2) non avendo più nulla da bruciare, mentre comprano rifiuti in giro per il mondo, devono risolvere il cul-de-sac in cui si sono infilati trent'anni fa: hanno investito milioni per costruire impianti che si sono rivelati un bluff e sono ormai ampiamente superati (e ora ci vogliono soldi per uscire da questo sistema...). Perché quando anche gli altri Stati si accorgeranno che rende, economicamente parlando, molto di più riciclare piuttosto che mandare a bruciare, cosa bruceranno visto che non ci saranno più rifiuti?

E noi vorremmo infilarci in questo tunnel costruendo un inceneritore per provincia?? oppure investire 800 milioni (penso a Lecco) per fare il teleriscaldamento?? No grazie, preferirei che venissero fatte scelte più oculate... molto meglio cominciare a incamminarci verso #RifiutiZero 😎

mercoledì 14 agosto 2019

Verso Zero Sprechi

Ci vediamo il 1° settembre a Brescia!
#VersoZeroSprechi


Decoro urbano a Castegnato: seconda puntata


Guardate che meraviglia! Continua il progetto in collaborazione con Fakko e Fase, i due writers che, insieme alle ragazze e ai ragazzi della YOUth in Action della 5R Zero Sprechi, e la prezioso contributo della BCC, stanno diffondendo attraverso l'arte, messaggi in difesa dell'ambiente, abbellendo zone solitamente degradate e grigie nel comune di Castegnato.






Siamo orgogliosi di voi, bravi!

domenica 4 agosto 2019

Decoro urbano a Castegnato anche grazie alla 5 Erre



Come ti abbellisco la città? 
Semplice: prendi 4 cabine dell'Enel, mettici dei giovani molto bravi e volonterosi (Daniela, Gianfranco, Luciano e Marino della nostra Youth in Action) che preparano un progetto, approvato dall'amministrazione comunale di Castegnato, e che poi provvedono a pulire la zona dai rifiuti accumulati in anni di incuria (differenziandoli accuratamente!), due bravi writer (Fakko e Fase), un prezioso contributo (in questo caso, della BCC) e il "gioco" è fatto!




Le città moderne spesso hanno angoli grigi e tristi, ricoperti come siamo da tanto cemento, e questo bel progetto di decoro urbano cerca di dare un po' di colore all'ambiente che ci circonda...
Bravi ragazzi! 
E grazie al sig. Turelli per gli scatti fotografici







P.S. il "gioco", ovviamente, non è finito, ma è in corso :-)
Ci risentiamo appena i lavori saranno ultimati. 

Aggiornamento: ecco i lavori finiti!. Che ne dite? Per noi è un vero e proprio spettacolo! I ragazzi ne hanno approfittato anche per lanciare un messaggio importante: fumare, oltre a far male, è nocivo anche per l'ambiente che ci circonda: Sì, perché, se per caso non lo sapete, ricordatevi che le cicche inquinano. Bastano due mozziconi per uccidere l’80% dei pesci che nuotano in un litro di fiume o di mare.