mercoledì 13 settembre 2017

Due parole sulle macchinette mangia-rifiuti



Girano nella rete Internet video come questo sotto dove si vedono all’opera particolari macchinette mangia-rifiuti nelle quali inserire bottiglie di plastica, ottenendo in cambio soldi o buoni per fare la spesa. Queste macchinette mangia-rifiuti (Ecocompattatori) sono molto diffuse in Germania e qualcuno le vorrebbe importare anche in Italia.

In Germania, però, a differenza di quello che succede in Italia, i produttori di imballaggi sono i diretti responsabili della raccolta dei rifiuti. Queste macchinette (Ecocompattatori) sono gestiti dai produttori stessi e i soldi o buoni che rilasciano vanno a compensare il contributo che il cliente ha pagato al momento dell’acquisto del prodotto imballato.
In Italia invece gli oneri della raccolta (e, in senso più ampio, della gestione) dei rifiuti spetta per legge ai Comuni. Comuni che, attraverso i gestori, ottengono i cosiddetti rimborsi Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) a seconda del materiale: COREPLA (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio ed il Recupero degli Imballaggi in Plastica), COREVE (Consorzio Recupero Vetro), COMIECO (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica), CIAL (Consorzio Imballaggi Alluminio), RICREA (Consorzio Nazionale Riciclo Imballaggi Acciaio) e RILEGNO (Consorzio Nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclaggio degli imballaggi di legno) calcolati sulla base dei materiali restituiti alle piattaforme Conai. In Italia dunque di mezzo, tra il produttore e il cittadino, ci sono prima il Conai e poi il Comune, per legge. Se si vuole fare qualcosa, si deve prima cambiare la legge.
Boltiere qualche mese fa è stato installato un Ecocompattatore in un supermercato piuttosto noto. Bello! Però è un po’ come tirarsi una martellata sui piedi, nel senso che se tanti cittadini di Boltiere portassero il proprio alluminio e la propria plastica (mi sembra faccia lattine e bottiglie), la Servizi Comunali passerebbe in giro per le strade il giovedì a vuoto (anche se il giro degli addetti andrebbe comunque pagato).
Inoltre la Servizi Comunali non avrebbe alluminio e plastica da restituire alla piattaforma Conai che, una volta verificata la pesata, rimborsa il valore di alluminio e plastica al Comune di Boltiere.
Dunque il famoso Ecocompattatore si prende l’alluminio e la plastica belli puliti, se li vende e ci guadagna e ai cittadini di Boltiere resta il dover pagare il giro del giovedì.Qualcuno potrebbe quindi suggerire: “Allora potremmo togliere il giro del giovedì di plastica e alluminio e non pagare più il giro!”
Sì, però non tutti hanno tempo e voglia di andare all’Ecocompattatore e quindi il giro del giovedì non si potrebbe togliere.
Fonte: Meetup della Media Pianura Bergamasca

P.S. L'articolo in questione è stato scritto nel novembre del 2015. Di certo da allora la situazione specifica descritta (soprattutto quella riferita all'ecompattatore di Boltiere) è cambiata.
Resta sicuramente attuale il concetto espresso: se un tale sistema si pone come "alternativa concorrente" perché gestita da una società diversa rispetto al gestore che fa la Raccolta Differenziata in paese, il sistema non regge (e tutto quanto scritto sopra, ahimé, è ancora attuale); se invece, come sta avvenendo in questi ultimi tempi in molti altri paesi (si pensi, per esempio, al comune di Parma) gli ecocompattatori sono gestiti dalla stessa società che poi effettua anche la Raccolta Differenziata, allora le cose cambiano decisamente perché decade la concorrenza e entrambi gli strumenti "remano" nella stessa direzione.

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