martedì 31 ottobre 2017

Inceneritore di Brescia: dibattito pubblico tra a2a, 5R Zero Sprechi e Isde Italia



Sabato 18 Novembre a Brescia presso il Teatro Cascina Pederzani in Via Colle di Cadibona 5, alle ore 15, si terrà la conferenza “IL TERMOUTILIZZATORE DI BRESCIA - Dati e domande a confronto”, organizzato e promosso dall’Associazione 5R Zero Sprechi.

L’incontro è aperto al pubblico e ad ingresso libero. Si tratta di un approfondimento sull’inceneritore di Brescia, il cui obiettivo è mettere a confronto i diversi aspetti del trattamento dei rifiuti, le metodologie disponibili per applicare le 5 R (Riduzione, Riuso, Riparazione, Riciclo e Recupero) indicate dalle linee guida europee a sostegno dell'economia circolare, nonché offrire un quadro completo del ruolo dell’inceneritore.
Durante l’incontro verranno forniti ai presenti gli strumenti per una valutazione oggettiva circa l'utilizzo degli inceneritori e si cercherà, allo stesso tempo, di fornire delle risposte ad alcune domande come, per esempio, che  ruolo ha oggi l’incenerimento dei rifiuti? Quanto costa produrre energia con un inceneritore? Quali le pratiche di gestione rifiuti nel resto del mondo? Quale è l’ impatto dell’incenerimento rifiuti sulla salute e l'ambiente? Quali i sistemi di controllo adottati  e sono essi sufficienti  a garantire la salute dei cittadini ?”

Saranno presenti come relatori:
- Gianluca Cuc, chimico esperto in inquinamento ambientale, Associazione 5R Zero Sprechi
- Roberto Fiorendi, esperto in gestione e trattamento rifiuti, Associazione 5R Zero Sprechi
- Gianluigi prof Fondra, Assessore con delega all’Ambiente del Comune di Brescia
- Celestino dott. Panizza, Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE Italia)
- Lorenzo ing. Zaniboni, responsabile impianti, A2A Ambiente.

Modererà il dibattito il dott. Pietro Gorlani,  giornalista de “Il Corriere della Sera”

mercoledì 25 ottobre 2017

Riprogettare materiali all'istituto universitario LABA di Brescia



Ieri mattina con Emanuele Ballini al istituto universitario  LABA di Brescia abbiamo presentato la nostra associazione 5R Zero Sprechi ad una classe di studenti universitari  che sta lavorando ad un percorso di riprogettazione di materiali e recupero quindi di oggetti e strumenti di lavoro che altrimenti andrebbero alle discariche.
Per ora il lavoro svolto da questi ragazzi e’ concentrato sugli estintori.
Grazie a Emanuele nuovo membro della associazione che lavora nel campo della sicurezza, è stato possibile un primo approccio alla realizzazione di alcuni manufatti dei quali potete vedere delle foto che pubblichiamo.


Marco Migliorati








lunedì 16 ottobre 2017

Perché il teleriscaldamento è una "bufala"?


Domenica 15 ottobre è comparso su un sito di informazione locale un articolo, probabilmente scritto dall'ufficio comunicazione di  #a2a, in cui si decantavano le lodi sperticate del teleriscaldamento. Secondo quanto riportato, bruciare rifiuti per alimentare una rete di teleriscaldamento permette di "sfruttare il calore prodotto dalle fonti rinnovabili" [??] e valorizzare "quella porzione di rifiuti non utilmente riciclabili". 
Senza entrare nel merito di quali siano i rifiuti "non utilmente riciclabili" e della legge di conservazione della massa, argomenti su cui abbiamo speso paginate sui social e sul web, utilizzare rifiuti per alimentare una rete di teleriscaldamento, oltre a generare qualche piccolo problema di emissioni come diossine e metalli pesanti, crea un sistema "malato" in cui le politiche virtuose di riduzione dei rifiuti, avallate dalla stessa Unione Europea, subirebbero un duro colpo. Nel Nord Europa, dove hanno realizzato impianti analoghi negli anni passati, oggi sono costretti a importare rifiuti.
Se il rifiuto diventa un elemento indispensabile per far funzionare poi un sistema di teleriscaldamento, che senso avrebbe per una amministrazione comunale far fare ai propri cittadini la #TariffaPuntuale (per ridurre considerevolmente il volume del secco residuo da incenerire, e fare pagare una tari proporzionale ai rifiuti prodotti?
Anche perché poi, può capitare, come nel caso in questione, che l'azienda che gestisce la Raccolta Differenziata (leggi Aprica) è collegata a doppio filo con l'azienda che gestisce l'incenerimento dei rifiuti per fare teleriscaldamento (leggi a2a), a sua volta partecipata dall'amministrazione comunale stessa. 

A Lecco, per esempio, ne stanno discutendo animatamente da alcuni anni. E sono tanti i dubbi circa l'utilità di un tale sistema, che necessità di considerevoli investimenti per realizzare l'infrastruttura, e crea, appunto, una pericolosa dipendenza con i rifiuti.
Se non dovessero bastare quelli "prodotti in loco", si dovranno importare?
Capiamo che in Italia il cosiddetto "conflitto di interessi" non è più di moda ed è meglio non parlarne, ma magari qualche cittadino un paio di domande potrebbe farsele.
Anche perché poi sentiamo pontificare ogni giorno di "Economia circolare" (giunta, in questi giorni, alla release 4.0) e qualche sorriso (amaro) ci scappa.
Voi che ne dite?

sabato 14 ottobre 2017

Serata Rifiuti Zero a Paullo


Una serata quella di venerdì 13 ottobre all’insegna della gestione dei rifiuti come risorsa, attraverso la tariffa puntuale ben descritta dal nostro Roberto Fiorendi, e da attività di volontariato svolte sul territorio che caratterizzano la nostra associazione, esposte da Marco Migliorati.


Brunella Biava con Annamaria Laguardia e Giordano Brenna di Lodi Vecchio, insieme ad altri volontari 5R, hanno dato inizio così a Paullo al gruppo 5R Zero Sprechi che, in quanto associazione per la tutela delle risorse, si prefigge il compito di  promuovere attività a favore dell’ambiente. Durante la serata sono interventi anche vari amministratori presenti in sala, tra tutti il sindaco Federico Lorenzini, a dimostrazione che la questione "rifiuti" è oggi un argomento che catalizza l'attenzione di molti cittadini e di numerosi e attenti amministratori. 


Naturalmente questa iniziativa si inserisce in un percorso che mette al centro della comunità il bene comune; speriamo altre sì di aver portato interessanti spunti di riflessione al fine di coinvolgere i tanti cittadini di buona volontà che intendono portare il proprio portare il proprio contributo per migliorare Paullo.


Grazie a tutti coloro che hanno collaborato alla buona riuscita dell’incontro, oltre a chi non compare, ma lavora dietro le quinte.

sabato 7 ottobre 2017

La raccolta differenziata della "plastica" nel comune di Nembro: urge una piccola rettifica


Ci è giunta notizia da parte di alcuni cittadini che nel comune di Nembro (BG) le indicazioni fornite ai cittadini per come conferire gli imballaggi di plastica contengono alcune piccole inesattezze. Segnaliamo la cosa perché il comune della val Seriana da qualche tempo, come tanti altri paesi della valle, si è dotato di un sacco rosso prepagato per ottimizzare al meglio la raccolta differenziata: tutto quello che "non può essere differenziato" va conferito in un apposito sacco (a pagamento), un sistema che incentiva i cittadini, appunto, a differenziare nel migliore dei modi i vari rifiuti "prodotti", inserendo appunto nel sacco del secco residuo "poche cose".

Nella fotografia che ci è stata inviata, tratta dal calendario distribuito ai cittadini sulla raccolta differenziata del 2017, appaiono indicazioni su cosa NON conferire nella plastica e vi leggiamo una serie di informazioni "fuorvianti": piatti e bicchieri di plastica monouso sono imballaggio di plastica (come giustamente indicato) e quindi vanno nella plastica; inserire però accanto l'aggettivo "sporco" significa solo creare, appunto, confusione nella testa del cittadino. 
Un bicchiere di plastica in cui ho versato un succo di frutta, che ho bevuto tutto, è da ritenersi sporco? Per tanti cittadini lo potrebbe essere.
Un piatto di plastica nel quale ho mangiato le costine e la salamella conterranno sicuramente tracce di grasso, ma è da ritenersi sporco?  Anche qui tanti potrebbero pensare di sì.
Eppure sulle indicazioni Anci-Conai troviamo sempre scritto "pulito sommariamente dai residui di cibo", mai "sporco". La stessa cosa vale per quanto riguarda l'indicazione "plastica non pulita", una definizione che invoglia, per così dire, il cittadino a gettare questo materiale nel sacco del secco residuo.


Non sciacquare gli imballaggi prima di conferirli nella raccolta differenziata.
Non devono essere "puliti", basta che vi siano rimossi i residui di cibo.

Naturalmente siamo andati a controllare sul sito del comune e abbiamo scoperto che, effettivamente, le indicazioni fornite dall'amministrazione comunale non tengono conto delle indicazioni che invece sono riportate negli Accordi quadro tra Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi).

Andiamo alla pagina web del comune di Nembro, selezioniamo Raccolta differenziata e Gestione dei rifiuti  e clicchiamo sul link Modalità di conferimento della plastica

Si apre un documento in pdf (datato 2009!) nel quale leggiamo alcune indicazioni corrette su cosa conferire nella "plastica". Tuttavia, dalla pagina 23, appiano dei rifiuti che viene scritto di NON CONFERIRE NELLA PLASTICA. Tra questi, si indica in modo errato (perché andrebbero conferiti negli imballaggi di plastica, proprio come da indicazioni Anci-Conai): 
  • piatti e bicchieri di plastica monouso  [= imballaggio di plastica];
  • sacchetti delle patatine [= imballaggio di plastica];
  • confezioni di biscotti [quelli nella fotografia andrebbero nella carta/cartone];
  • articoli da cancelleria e relative bustine [= le relative bustine sono imballaggio di plastica];
  • bustine varie [nella foto di destra appare una confezione di borotalco, che riporta il simbolo 07 dei codici di riciclaggio della direttiva europea 94/62/CE ossia "Tutte le altre plastiche" quindi plastiche riciclabili].
Ci auguriamo vivamente che l'amministrazione provveda in tempi rapidi a correggere il documento presente attualmente sul proprio sito, sostituendolo con uno contenete indicazioni corrette. Inoltre, nel calendario su come fare la raccolta differenziata che starà preparando per l'anno nuovo, vorrà precisare meglio la questione sulla plastica sporca indicando la corretta definizione di pulita sommariamente, al fine di non creare un doppio danno ai propri cittadini che potrebbero essere indotti ancora in futuro a conferire (erroneamente) del materiale nel secco residuo anziché recuperarlo negli imballaggi di plastica: un possibile guadagno diverrebbe non solo un costo per le proprie tasche, ma anche un danno per l'ambiente, perché, è bene ricordarlo sempre, tutto ciò che viene buttato nel sacco del secco residuo finisce poi a bruciare in un inceneritore (in Lombardia ne abbiamo ben 13).