domenica 28 luglio 2019

Earth Overshoot Day 2019



Oggi, 29 luglio, cade l'Earth Overshoot Day 2019: la Terra, oggi, ha esaurito tutte le sue risorse annuali. E non pensate che l’Italia se la passi meglio: noi, queste risorse, le abbiamo già finite il 15 maggio. Oggi è il giorno in cui gli esseri umani hanno consumato quello che la natura è in grado di produrre in un anno. 
Forse conviene cominciare a farsi qualche domanda sul nostro stile di vita, certamente sempre più irresponsabile. Perché di questo passo, abbiamo solo due possibilità: o andiamo su un altro pianeta, o #cambiamo, cominciando dal fare una #RivoluzioneEcologica basata sull'azzeramento degli sprechi e su una reale #EconomiaCircolare 
#RifiutiZero #5RZeroSprechi


mercoledì 17 luglio 2019

CRAZY COW FEST 2019


Anche quest'anno, come ormai tradizione consolidata, l'Associazione 5R Zero Sprechi ha "aiutato" la Crazy Cow affinché la loro festa fosse a Rifiuti Zero. E l'edizione 2019, come già annunciato qualche giorno fa, ha avuto anche il riconoscimento ufficiale da parte di Zero Waste Italy di evento Rifiuti Zero.



Gli organizzatori hanno prestato la massima attenzione nel seguire le giuste indicazioni: hanno partecipato con molta attenzione agli incontri di formazione, hanno scelto con cura il materiale in modo che avesse il minor effetto impattante nella produzione di secco residuo, sono stati eliminati i cestini "non presidiati" sparsi nell'area della festa, ed è stato creato un unico punto di raccolta dei rifiuti, l'Ecopoint


Al termine della tre giorni di festa, ecco i numeri: 
  • Plastica 22 sacchi da 120 lt
  • Vetro lattine 10 contenitori da 240 lt
  • Carta cartone 3 contenitori da 1100 lt
  • Organico 3 contenitori da 1100 lt + 3 da 600 lt
  • Secco residuo 500 lt circa (composto sopratutto da teli tnt e scontrini)
  • Altre plastiche 2 kg circa
  

In conclusione, un bel 96% di raccolta differenziata
Ennesima "prova provata" che i rifiuti non esistono!

domenica 14 luglio 2019

Esempi della quinta erre



Tutti gli amici di #RifiutiZero conoscono le 5 erre di Paul Connett: 1) Riduzione 2) Recupero 3) Riuso 4) Riciclo. E la quinta? La quinta è dedicata al #Riprogettare. Ecco, quello della #Lavazza ne è un esempio fantastico. 
Avanti così, perché i rifiuti non esistono 💪
#EconomiaCircolare
In occasione del torneo di Wimbledon, che si concluderà il 14 luglio, di cui è sponsor ufficiale, Lavazza ha ufficialmente lanciato le tazzine commestibili e le cialde fertilizzantiLe tazzine commestibili sono realizzate con una miscela di cereali e potranno essere mangiate subito dopo aver bevuto il caffè. Le cialde fertilizzanti – che prendono il nome di Eco Caps – saranno introdotte dal mese di novembre e andranno a sostituire tutte le cialde della gamma A Modo Mio. Sono realizzate in bioplastica, sono biodegradabili e diventeranno un fertilizzante dopo 180 giorni dal loro utilizzo. Marco e Giuseppe Lavazza, vicepresidenti dell’azienda produttrice di caffè, hanno dichiarato di aver ideato questi prodotti per la vicinanza al tema della tutela dell’ambiente e verranno inizialmente lanciati in Inghilterra, Francia e Germania in quanto si potrà capire se l’approccio verso la nuova offerta sarà uguale o diversa da paese a paese. L’inserimento delle tazzine commestibili e delle cialde fertilizzanti nel mercato italiano avverrà al termine di questa fase di sperimentazione e a seconda dei risultati ottenuti.
Fonte: cucchiaio.it

mercoledì 10 luglio 2019

Incenerire i rifiuti non conviene economicamente e fa male alla salute



Intervista al nostro esperto Gianluca Cuc rilasciata l'anno scorso ad un giornalista (a margine del Convegno svoltosi a Brescia il 18 novembre del 2017) che poi non è mai stata pubblicata da nessun giornale...

All’interno dell’associazione 5R di che cosa si occupa in particolare?
Nella 5R faccio parte del team degli esperti; principalmente seguo la parte dello smaltimento e del riciclo. Per quanto riguardo il riciclo seguo quello delle materie plastiche, mentre per quanto riguarda lo smaltimento mi occupo della questione inceneritori e annessi.

Per quanto riguarda lo smaltimento tramite termovalorizzatore, quale parte segue in specifico?
Seguo tutta la parte che è inerente di fatto all'incenerimento in sé, quindi emissioni e impatto delle stesse sull'area circostante, ecc.

Perché secondo lei il riciclo non può andare di pari passo con l'utilizzo del termovalorizzatore? In fondo non tutta la parte che viene buttata nei rifiuti può essere riciclata...

Perché pescano nello stesso stagno: la riduzione e il riciclo dei rifiuti vanno in contrapposizione con il concetto di incenerimento che di fatto ha bisogno di rifiuti per funzionare.

Resta comunque quella parte che non può essere riciclata e di quella cosa ne facciamo?

Partiamo intanto col dire che l'inceneritore non è la spada del laser di un cavaliere Jedi che vaporizza tutto quello che tocca, ma è un impianto che rispetto a quello che brucia ha un residuo di ceneri intorno al 10-15% in peso; con una raccolta differenziata spinta con tariffazione puntuale si può tranquillamente arrivare a una percentuale di raccolta intorno al 90 %, quindi quel 10% residuo corrisponde più o meno alla stessa percentuale che produce un inceneritore come ceneri e le ceneri come rifiuto vanno messe in discarica.

Ci sono però anche diversi progetti che stanno lavorando per riciclare le ceneri per esempio quello di metterle come antifiamma nella plastica.

A parte che sarei curioso di sapere come questo prodotto possa essere inserito nel REACH visto che all’interno delle ceneri sicuramente ci sono elementi e composti chimici che sono già tuttora vietati nel settore; resta comunque il fatto che è una tecnologia vecchia e mettere oggi una carica inerte all’interno della matrice polimerica, vuol dire fare quello che si faceva 20-30 anni fa. Oggi gli antifiamma sono attivi ossia creano barriere contro il fuoco oppure producono acqua e poi se un’azienda volesse utilizzare un caricato all'interno della matrice per avere lo stesso effetto antifiamma, utilizzerebbe il carbonato di calcio che ha la stessa funzione, ma a differenza delle ceneri è assolutamente inerte e privo di prescrizioni per il suo utilizzo.

Ci sono anche altri studi di riciclo per le ceneri per esempio quello di metterle negli asfalti.

In questo caso si parla di incapsulamento e personalmente mi sembra una pessima idea in quanto incapsulare qualcosa all’interno di una capsula, l'asfalto, che sicuramente è soggetto a usura e deterioramento, quindi che presto o tardi si romperà rilasciando nell’ambiente le ceneri, non può certo essere una soluzione, basta contare quante volte vengono riasfaltate le strade per comprenderne la criticità.

Parliamo adesso di emissione: spesso si accusa i gestori dei termovalorizzatori di inquinare l’ambiente e danneggiare la salute. Se però vediamo ad esempio nel sito web di A2A, le emissioni dei loro impianti sono tutte nei limiti previsti dalla legge. Quindi dove sarebbe il problema?

I limiti di emissione previsti dalla legge possono essere tranquillamente paragonati ai limiti di velocità sulla strada, come andare a una velocità superiore a quella prevista può mettere a rischio la vita delle persone, così anche i limiti di emissione hanno lo stesso principio ed è ovvio che loro debbano rispettarli, nessun pensa di istituire una medaglia a chi non supera i limiti di velocità sulle strade perché ci sembra assolutamente scontato che lo faccia di suo.
Il problema però è un altro: se da un lato i limiti di emissione sicuramente sono un parametro importante, non sono però l'unico parametro da tenere in considerazione. Infatti spesso si parla molto dei limiti, ma non si parla mai di ricadute e soprattutto dove sono presenti e quanto siano queste ricadute.
Questo tipo di studio viene effettuato solamente nella fase autorizzativa quindi basandosi solo sui numeri in parte teorici e spesso anche utilizzando programmi di calcolo un po’ obsoleti come il CALPUFF senza avere poi un riscontro con dati reali effettivi; altro problema di questi studi è che sono fatti considerando solo l'impatto dell’inceneritore privi quindi di una visione più ampia e precisa dove vengano prese in considerazione anche le altre fonti emissive.

Ma esistono metodi per fare questi calcoli o no?

Certamente. Negli Stati Uniti esiste già un sistema che fa tutti questi calcoli che si chiama NATA, è un sistema ovviamente gestito dall’EPA americano e fa esattamente tutte queste previsioni in modo che per una richiesta per un nuovo impianto produttivo di qualunque genere, si può immediatamente contestualizzare il suo impatto nell’area dove verrà collocato e quindi comprendere se il suo impatto sarà alto-basso e anche in funzione di quello che c'è già oggi in quel territorio. Personalmente ritengo utile e importante che questo sistema venga applicato anche al nostro paese... se penso per esempio alla pianura padana che spesso è soggetta ad avere, specialmente nella stagione invernale, un'alta concentrazione di polveri sottili (PM10 e PM2,5) per la mancanza di vento e precipitazioni, potrebbe essere uno strumento utile a comprendere meglio quali attività sono sostenibili e quali no.

A parlare di attività sostenibili e no, non pensa che si rischia di innescare una nuova recessione o comunque un nuovo rallentamento economico e a causa di questa chiusura a nuove attività produttive?

Qui si sta parlando di sostenibilità ambientale quindi si sta parlando di fatto di impianti industriali ad alto impatto emissivo e che io sappia gli unici impianti di questo tipo che potrebbero essere realizzati sono solo gli impianti di incenerimento o di pirolisi perché dubito che in Italia qualcuno si metta a costruire una nuova grande fonderia o un nuovo grande cementificio, quindi a parer mio l'impatto sull'economia per questo genere di restrizioni è di fatto irrilevante, non è comunque con questo genere di impianti produttivi che si possa pensare di far ripartire l'economia; la spina dorsale dell’economia Italiana è la piccola e media impresa, è da queste entità che dobbiamo partire per parlare di crescita economica.

Però anche queste attività di piccola e media impresa hanno bisogno di energia per poter funzionare e il termovalorizzatore comunque produce energia e quindi svolge un ruolo importante anche per loro
.  
In questo caso intanto l'inceneritore non produce energia, ma per definizione recupera energia dai rifiuti perché se producesse energia non potrebbe bruciare rifiuti in quanto non sono classificati come combustibile; ovviamente dipende anche da quanto costa l'energia che produce ed in questo caso gli studi dell’agenzia governativa americana dell’energia ci dicono che il costo è circa 6 volte superiore al costo che si avrebbe producendo la stessa energia con le turbogas a metano che però hanno un impatto ambientale decisamente inferiore a quello di un inceneritore. Quindi si può tranquillamente concludere che l'energia prodotta dall’inceneritore è un energia estremamente costosa (vedi allegato)... invece per essere competitivi sul mercato globale avremmo bisogno di produrre energia a basso costo.



Quindi la sua proposta è spegnere tutto e poi fare solo la raccolta differenziata
Ma è davvero realizzabile o è solo un sogno?
In realtà in Slovenia questa scelta è stato già fatta e applicata in quanto loro non hanno inceneritori e hanno deciso di non costruirli, puntando solo sulla raccolta differenziata spinta per la gestione dei rifiuti; per noi che li abbiamo e li stiamo utilizzando chiaramente l'idea è un percorso che dura qualche anno e che porta a un progressivo spegnimento dei vari impianti in funzione, utilizzando come in Slovenia la raccolta differenziata spinta. Il nostro è un viaggio e come tale va affrontato a tappe; la priorità ora è quella di avviare la raccolta differenziata spinta in tutti i comuni, che infatti è uno degli obiettivi della nostra associazione.

Quindi con la vostra proposta c'è bisogno di tempo per risolvere il problema, ma a questo punto non avrebbe più senso costruire qualche termovalorizzatore almeno per poter uscire dall’infrazione europea sulla gestione delle discariche?

L'infrazione europea non è data dalla mancanza di inceneritori nel nostro paese, ma dal fatto che noi mandiamo in discarica rifiuti non differenziati che avendo un alto contenuto calorico violano la normativa europea. Se noi facessimo una raccolta differenziata spinta separando carta e plastica chiuderemmo subito l’infrazione.
Realizzare nuovi inceneritori non può essere una soluzione anche perché ci vorrebbero dai 6 ai 7 anni (anche 10, NdR) per costruirne uno, mentre con la raccolta differenziata spinta in un paio d'anni al massimo potremmo risolvere il problema. Certo, spetta poi anche ai cittadini impegnarsi nel fare questa raccolta, ma dalla nostra esperienza risulta che comunque la popolazione è sensibile all'argomento e quindi è pronta a farla... E come diciamo sempre noi della 5R zero sprechi, “se tutti facciamo poco, insieme possiamo fare molto”.
 

sabato 6 luglio 2019

CRAZY COW riconosciuto Evento Rifiuti Zero



Insieme alla 5R Zero Sprechi, l’associazione Crazy Cow ha da dato vita ad un percorso virtuoso mettendo in campo ogni anno azioni utili a ridurre i rifiuti fino ad attestarsi ad una differenziata di qualità, ben oltre il 90%.
Quest’anno la festa del Crazy Cow che si svolgerà il 11-12-13-14 luglio a Paderno Franciacorta riceverà il riconoscimento, da parte di ZERO WASTE ITALY, di Evento Rifiuti Zero.

Questo riconoscimento, ed ovviamente il logo che si potrà esporre, è frutto di una costante attenzione nei confronti della riduzione dei rifiuti. Oltre a mettere in campo una squadra dedicata, è stato fondamentale per conseguire questo prestigioso riconoscimento anche il supporto della 5R Zero Sprechi, Associazione impegnata da anni con i suoi volontari alla diffusione di strategie e buone pratiche negli eventi, negli istituti scolastici e presso le amministrazioni locali.
Partendo dagli acquisti, passando alla formazione dello staff e al conferimento presso Ecopoint con tutor, per arrivare alle postazioni dei mozziconi e uno spazio informativo 5R Zero Sprechi, vengono adottate misure di comunicazione e sensibilizzazione che portano ad una festa dove il post consumo e la sostenibilità hanno una loro importanza e si riducono così anche i costi di conferimento per tutti i Padernesi
L’eliminazione della plastica sostituita dal compostabile (stoviglie in mater-Bi/ polpa di cellulosa) avviene ormai dal 2° anno permettendo un gestione molto attenta ed in linea con le direttive EU.
Ora grazie ad una segnalazione al centro ricerche di Capannori Zero Waste Italy, il passo ulteriore che porta a questo importante riconoscimento e che gli associati Crazy Cow hanno accolto con soddisfazione.
“Chiaramente siamo coscienti che questo riconoscimento ci pone sotto una lente di ingrandimento nella gestione sostenibile di questa festa - confermano Marco Migliorati presidente 5R Zero Sprechi e Nicola Guerini presidente della Crazy Cow  - ma non possiamo esimerci dallo svolgere un sempre più attento percorso virtuoso, vista l’emergenza risorse che sta vivendo il pianeta, contribuendo nel nostro piccolo... e poi non dimentichiamo: 
la terra è l’unico pianeta dove si produce birra"... battuta che non poteva mancare per una festa della birra...

Se tutti facciamo poco, insieme possiamo fare molto.

Nella foto, il corso allo staff Crazy Cow previsto dal protocollo Rifiuti Zero