venerdì 24 agosto 2018

La plastica, una risorsa che Dio "si è dimenticato" di creare...


La risorsa che Dio si è dimenticato di creare? Un titolo provocatorio per introdurre questo argomento importante relativo alla plastica ed al suo riciclo. Se oggi c’è un’emergenza sulla diffusione della plastica è proprio perché la plastica non è in natura. Giulio Natta, che l’ha inventata nel 1953, con la realizzazione dei primi polimeri, contribuì ad un percorso importante industriale, vista la composizione resistente e quasi indistruttibile oltre che malleabile, ma ora la plastica ci sta sommergendo, e lo testimoniano le isole di plastica negli oceani e la presenza di particelle di plastica anche nel ciclo alimentare, causate dalle tonnellate di micro-plastiche disperse in fiumi, laghi e mari.
Quella che era una caratteristica della plastica, diviene ora ostacolo non entrando nel ciclo naturale della terra, o di trasformazione come invece avviene per altre risorse. Oggi è urgente ridurre l’utilizzo della plastica, di conseguenza la produzione, e possiamo farlo anche nel nostro quotidiano, attraverso varie azioni come gli acquisti, preferendo: contenitori in vetro, vuoto a rendere, acquisti salumi al banco, confezioni con pochi imballaggi. Mentre l’industria e l’ingegneria convergono verso confezionamenti sostenibili, ed una ricerca di nuovi materiali facciamo del nostro meglio per separare correttamente la plastica che siamo costretti ad acquistare.
Negli incontri 5R o agli Ecopoint, ci troviamo a spiegare quali post consumo (rifiuti) vanno nella plastica, e spesso qualcuno sgrana gli occhi quando tra questi vedono che mostriamo i sacchetti argentati, o quelli degli snack, o del caffe. Ancora di più alcuni si meravigliano quando diciamo che non serve risciacquare i contenitori ed i bicchieri o stoviglie monouso prima di metterli nell’apposito contenitore, cosa indicata anche nelle linee guida Corepla (consorzio recupero plastiche) poiché gli imballaggi differenziati vengono lavati nei centri di riciclo. Queste informazioni che l’imballaggio sporco o lo lavi o va nel secco (indifferenziato), purtroppo vengono spesso diffuse da società di trattamento rifiuti e creano con questa informazione anche un danno; va ricordato che ciò che non riciclo va smaltito e pagato, ciò che riciclo viene rimborsato con una quota ai comuni (quindi a tutti noi).
Auguro a tutti i lettori buon viaggio… #VersoZeroSprechi. Se tutti facciamo poco …insieme possiamo fare molto.
Associazione 5R Zero Sprechi