venerdì 24 febbraio 2017

Rifiuti: saperne di più conviene

Appuntamento per venerdì 3 marzo alle ore 20:30 per gli amici bresciani (e non solo per loro). A Provaglio d'Iseo, presso l'aula magna in via Roma, i nostri Roberto Fiorendi, Lorena Paganelli e Marco Migliorati vi illustreranno la strategia Rifiuti Zero: in cosa consiste e quali le possibili attività  da svolgere sul territorio per metterla in pratica. Non mancate!


venerdì 17 febbraio 2017

Ponte nelle Alpi, il comune campione di riciclo


Ponte nelle Alpi è il comune campione nel riciclo in Italia. Immerso nel Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, con 8500 abitanti e 21 frazioni, nel 2014 per il quinto anno consecutivo ha conquistato il primo posto nella classifica di Legambiente. E pensare che organizzare la raccolta differenziata in una superficie di 60 chilometri quadrati dove il punto più basso è a 380 metri di altezza sopra il livello del mare e quello più alto a oltre duemila, è di sicuro più complicato che in pianura.
Per capire qual è il segreto dell’efficienza, bisogna tornare indietro al 2006, quando la quota di raccolta differenziata era del 22,4 per cento, le famiglie ogni anno producevano quasi tremila tonnellate di rifiuto secco non riciclabile (348 chili a testa) e il costo dello smaltimento ammontava a 438mila euro. Nel 2007 la rivoluzione. L’amministrazione in otto mesi ha smantellato il servizio di cassonetti stradale e lo ha sostituito con quello selettivo porta a porta. Per gestirlo ha creato una società in house, cioè con capitale interamente pubblico, la Ponte servizi srl. Ha stabilito una tariffa puntuale, distinta cioè tra una parte fissa, determinata dai costi del servizio, e una parte variabile, proporzionale alla quantità di rifiuti accumulati.
E intanto ha formato i cittadini alle buone pratiche attraverso 30 incontri. Il successo è stato rapidissimo. Nel giro di un anno la produzione di secco indifferenziato è scesa a 356 tonnellate. Nel 2013, dopo cinque anni, erano cento in meno (28 chili per ogni abitante). In pratica, oggi a Ponte nelle Alpi il 91,5 per cento degli scarti viene differenziato. Con enormi vantaggi per l’ambiente e per le casse comunali, visto che il costo di smaltimento del secco è passato da 438mila euro all’anno a 38mila, incidendo solo per il 4,5 per cento (rispetto al 57 per cento di prima) sulla spesa totale del servizio. Quest’ultima a sua volta si è abbattuta del 12,3 per cento (pari a 117mila euro annui in meno da versare).
L’attenzione in ogni dettaglio – Perfino i contenitori derivano da materiale plastico riciclato. “Il pubblico può fare molto – dichiara l’assessore all’Ambiente Ezio Orzes, dal quale è partita l’idea della conversione ecosostenibile del paese -. Non è vero che è solo grazie al privato che le cose migliorano”. In una mossa, tre benefici: più economia, più rispetto per la natura, più posti di lavoro. “I risparmi – spiega l’assessore – sono stati reinvestiti in un incremento occupazionale. Nel 2006 impiegavamo cinque risorse, oggi 15, addette a raccolta differenziata, gestione dell’ecocentrospazzamento e pulizia delle strade”. Anche l’ecocentro fa parte del nuovo piano. È un’area attrezzata dove i cittadini depositano rifiuti ingombranti, pile, farmaci. Nel 2013 ha registrato oltre 23mila accessi.

Cambio di mentalità – Una serie di iniziative promosse dall’amministrazione hanno messo in moto dei comportamenti virtuosi. Per esempio, in quasi la metà delle case (il 42,6 per cento) si esegue il compostaggio (la trasformazione del rifiuto organico in humus). Per incentivare gli abitanti il Comune ha fornito in comodato gratuito dei composter e ha applicato uno sconto del 30 per cento sulla parte variabile della tassa. Per favorire il recupero dell’olio vegetale invece ha distribuito oltre mille tanichette da cinque litri, da sversare presso l’ecocentro. Protagoniste del cambiamento anche le scuole. Con il progetto “Sfida all’ultima sporta”, per spronare i bambini e le famiglie a non usare borse a sacchetti di plastica nei supermercati e negozi: una gara a chi collezionava più scontrini senza la voce di acquisto di shoppers. E con laboratori di riciclo, per esempio per realizzare le decorazioni natalizie.
Anche i pannolini usa e getta avranno una seconda vita – Da febbraio sarà attivo il primo sistema sperimentale italiano di raccolta e riciclo del materiale di cui sono fatti, cioè plastica e cellulosa, da cui è possibile ricavare oggetti e arredi urbani (dalla prima) – a Ponte nelle Alpi verrà costruito un parco giochi –  oppure cartoni o fertilizzanti (dalla seconda). Nel frattempo, per alleggerire l’ambiente e il portafoglio, una trentina di famiglie con neonati hanno ricevuto un kit di pannolini di cotone lavabili. Sono partiti anche due “servizi dedicati”: uno per raccogliere panni e rifiuti medicali non pericolosi (una volta alla settimana) presso anziani non autosufficienti, portatori di disabilità e malati in cura a domicilio; l’altro per la consegna dei pannolini all’ecocentro (tramite un pass che il genitore riceve alla nascita del figlio). Tutto gratuitamente.
La ex biblioteca civica è un centro di scambio solidale – Qui l’utente prende o lascia oggetti di seconda mano per bambini da zero a 12 anni, dai vestitini ai giocattoli, passeggini, libri di scuola. In paese si trova anche un distributore di latte crudo alla spina. Negli uffici comunali la carta è al cento per cento riciclata. Sui tetti di undici strutture pubbliche (tra scuole, palazzetto dello sport, cimitero, municipio e magazzini comunali) sono stati installati pannelli fotovoltaici. In due delle tre scuole elementari e in alcune aule della scuola media è presente un sistema che misura la luce che viene dall’esterno e dosa quella artificiale all’interno. In più, nel 2009 è partito il progetto “Pubblichenergie”: gruppi di acquisto di impianti fotovoltaici o di interventi di risparmio energetico (come la sostituzione delle caldaie o l’isolamento dell’edificio). “Se più famiglie si mettono d’accordo nel comprare le stesse cose, lo sconto sui materiali è maggiore – spiega l’assessore all’Ambiente -. Al progetto partecipano altri undici comuni della provincia di Belluno, Ponte nelle Alpi è il capofila. Su 320 famiglie con pannelli solari, 54 sono nostre”.
Il Fatto Quotidiano

mercoledì 15 febbraio 2017

Obiettivo della "nostra" maratona? Zero Sprechi!



Questa 15a edizione della BAM ci vedrà nuovamente partecipare come volontari Rifiuti Zero. Per il secondo anno di seguito, ci prepariamo così a contribuire alla riduzione dei rifiuti e a rendere questo evento il più sostenibile possibile.
La terra, purtroppo, non aspetta! Il 9 agosto 2016, le risorse necessarie per il fabbisogno dell'intero pianeta, sono terminate: un dato allarmante e oggettivo che suggerisce comportamenti virtuosi da parte di tutti.
Abbiamo tutti il dovere, quotidianamente, di mettere in pratica le 5 R: Riduzione, Riuso, Riparazione, Riciclo e Recupero di materia.
Se è vero che gli esperti di tutto il mondo hanno individuato tra le possibili soluzioni la realizzazione di materiali sostenibile, nulla vieta che una serie di buone abitudini si contrapponga allo spreco di materia, per esempio trasformando i rifiuti in risorse e facilitando così un’economia circolare, come indicato anche dalle linee guide europee.

Grazie al nostro impegno, infatti, nella scorsa edizione, per la prima volta in 14 anni, si è potuta raggiungere una percentuale di raccolta differenziata veramente ragguardevole: circa il 90%!
Un importante obiettivo che si è potuto ottenere grazie al contributo di tanti volontari, e grazie anche a chi ha fornito il necessario per svolgere nel migliore dei modi gli Ecopoint: l’Associazione Rosa Associati e Aprica.
Siamo certi che solo con le azioni concrete di tutti è possibile cambiare in meglio le cose.
Quest'anno, grazie anche ai consigli di chi ci ha aiutato lo scorso anno, si proverà ad eliminare le piccole bottiglie d’acqua da 500 ml e favorire il risparmio di materia utilizzando le bottiglie da 1500 ml.

La nostra azione, in questo contesto, come in tutte le altre manifestazioni alle quali diamo supporto, non consiste solo nello svolgere il ruolo di tutor negli Ecopoint (affinché tutto venga conferito nel modo corretto), ma anche nel promuovere, ai numerosi cittadini che interverranno, un’informazione consapevole per la separazione dei materiali.
L’obiettivo è Zero Sprechi perché, se tutti facciamo poco, insieme possiamo fare molto!

A nome dei volontari Rifiuti Zero
Marco Migliorati

Associazione 5R Zero Sprechi

giovedì 9 febbraio 2017

Verso Rifiuti Zero: l'esempio di Capannori


C'è una scuola a Capannori in provincia di Lucca dove insegna un maestro molto speciale, si chiama Rossano Ercolini ed è il leader di Zero Waste Europe, l'organizzazione che punta ad avere un mondo senza rifiuti, dove si ricicla tutto ciò che si produce.
Capannori ha 45.000 abitanti ed è molto esteso. E' stato il primo comune italiano ad adottare una delibera che punta a Rifiuti Zero, un traguardo cui sperano di avvicinarsi per il 2020. Già adesso riciclano l'88% dei rifiuti.
"Noi più o meno otteniamo 450.000 euro all'anno per la vendita della carta, 400.000 euro all'anno per il multimateriale [bottiglie e flaconi di plastica, lattine in alluminio, barattoli in metallo, tetrapak, vaschette per alimenti, NdR], circa 80-90.000 euro per la vendita del vetro, 20.000 euro all'anno per la vendita del metallo, circa 30.000 euro per i RAEE".
E' concepibile un mondo che non produce scarti? "L'80% lo risolviamo noi cittadini con le nostre mani, ma quel 10-15% che rimane è un errore di progettazione".
Perché la Strategia Rifiuti Zero vada in porto è necessario che la comunità ci creda e investa in un mondo ecocompatibile.
Anche i cittadini vanno premiati: meno volte metto fuori il secco dell'indifferenziato e più bassa sarà la tariffa dei rifiuti.
"La differenza la fa da una parte il sistema di raccolta, il porta a porta, perché c'hai anche un monitoraggio continuo [cosa che con il "sacco prepagato" non hai, NdR], dall'altra la tariffa puntuale è chiaramente un incentivo: ti riconosco i meriti di fare una buona raccolta differenziata. Quindi il sistema di raccolta differenziata porta a porta ha sì un costo di personale maggiore, ma mi permette partite economiche di tipo diverso, che portano e producono reddito".
A Capannori tutto è iniziato dalle battaglie contro un progetto di inceneritore, adesso condivisa dalla larga parte della politica locale.
"Sicuramente quella battaglia è servita per cercare una sensibilità e, soprattutto, per passare dalla protesta alla proposta"

La tariffa puntuale: Contarina S.p.A.



“Non c’era più spazio, né futuro, per la discarica. L’alternativa era seguire un percorso ben diverso, volto al riciclo e alla progressiva diminuzione dei rifiuti stessi”. 
Da questa idea "ambientalista", condivisa all’unanimità da tutti i sindaci dei Comuni appartenenti ai Consorzi Priula e Treviso Tre (TV3), è nata 15 anni fa Contarina SpA, il braccio operativo dei Consorzi, che ha creato un percorso di gestione integrata dei rifiuti e delle risorse, rendendo quel territorio un’eccellenza italiana.
Contarina SpA: 50 Comuni, 1.300 chilometri quadrati, 554.000 abitanti, Raccolta differenziata all'85%, secco residuo 53 kg annui per abitante, Tariffa Puntuale con bidoncino microchippato.

lunedì 6 febbraio 2017

Adotta 100 metri del tuo quartiere


Il signor Valerio abita a Paderno Franciacorta, nei pressi della della strada provinciale 519. In quel tratto di strada, di circa 200 metri, capita spesso che molti automobilisti incivili lancino dal finestrino vari rifiuti. 
Il signor Valerio ha deciso di prendersi cura di questo pezzo di territorio del suo paese e, seguendo alla lettera una delle varie attività che come associazione 5 R Zero Sprechi proponiamo per tutelare l'ambiente [cioè Adotta 100 metri del tuo quartiere] di tanto in tanto, esce di casa e pulisce dai rifiuti il canale che corre a fianco della strada. Poi, separa i vari materiali per tipologia e provvede a conferirli fuori dalla sua abitazione in modo che siano poi ritirati con il porta a porta.
Un fantastico esempio per tutti noi! Ed è proprio per questo motivo che il nostro presidente Marco Migliorati, a nome di tutta l'associazione 
5 R Zero Sprechi, ha pensato di premiarlo pubblicamente.

Un pessimo articolo


Tra le tante persone "attente" all'ambiente e, in particolar modo, al cosiddetto "mondo dei rifiuti", ha destato non poco "stupore" un articolo comparso sul sito web greenreport (*) "Facciamo la Raccolta Differenziata ma rifiutiamo gli slogan". In esso si mette in cattiva luce il sistema della raccolta differenziata "porta a porta", sottolineando gli "eccessivi costi", soprattutto nella versione con "tariffa puntuale" e inanellando, per avvalorare questa "bizzarra" teoria, una serie di dati e di affermazioni, alcune delle quali palesemente "dubbie".
Qualche giorno fa, Enzo Favoino, tecnico e ricercatore presso la Scuola Agraria del Parco di Monza, ha scritto qualche riga a commento del suddetto articolo e ci permettiamo di riportarlo qui, sperando che possa essere di chiarimento per tutti quanti.


«Stupisce leggere ancora affermazioni di questo tipo. Questa era una discussione che abbiamo già affrontato e definito 20 anni fa, quando mostrammo le prime evidenze della convenienza economica del porta a porta. Ed il bello è che allora lo smaltimento costava 100 ITL/kg (50 euro/t) ora costa mediamente il triplo [...] e dovrebbe essere intuitivo che la convenienza del differenziare e riciclare aumenta. Lascio perdere poi alcuni dati citati nell'articolo sulle percentuali di scarto del riciclo. Testimoniano la scarsissima preparazione dell'estensione. O la sua cattiva fede. In ogni caso, un pessimo articolo.»

L'articolo di greenreport segue in sostanza una certa tradizione, che si basa su alcuni studi "condotti e commissionati" da grandi multiutility dell'area emiliano-romagnola, tendenti a screditare il sistema della raccolta differenziata mediante il sistema degli alti costi.

«Come gli ultimi giapponesi nella jungla [...] si ostinano ad adottare le valutazioni di un pessimo studio di Bain; uno studio di qualche anno fa che usava ancora il parametro degli Euro/t per la valutazione dei costi dei servizi di Igiene Urbana, quando invece tutti gli altri studi usano ormai da diversi anni il parametro degli Euro/abitante: come è peraltro ragionevole che sia, visto che il servizio di igiene urbana lo paga l'abitante, non la tonnellata. Evidentemente, dividere gli euro sulle tonnellate, premia i sistemi più dissipativi, ossia quelli in cui si producono più tonnellate di rifiuto, è un effetto distorsivo matematico, che già attorno al 1995 segnalammo, sottolineando l’opportunità di adottare il parametro Euro/abitante, criterio poi seguito in tutti gli studi di settore e nella sezione di analisi economiche del Rapporto Nazionale Rifiuti pubblicato annualmente. La migliore risposta alla tesi sottesa all’articolo (“fare tanta raccolta differenziata fa lievitare i costi”) viene dalla ricerca ufficiale, dunque avulsa da alcun interesse specifico di alcun operatore, della regione Lombardia, eseguita nel 2010. Base statistica: 10 Milioni di persone, 1545 Comuni - dite che in 5 anni qualcuno ancora non ha avuto tempo di leggerla? Ecco la slide che ne riassume gli esiti, e che è eloquente.


Altra argomentazione-cardine inclusa nell’articolo che ci ha fatto perplimere e sorridere: l'artifizio strumentale di comparare i costi odierni con quelli di 10 anni fa. Lo schema (poco) logico sarebbe: prima affermare "oggi gestire i rifiuti costa di più" - e ci mancherebbe: il sistema sconta (e meno male che è così) l’evoluzione determinata dalle Direttive UE, come la "Direttiva Discariche", con obblighi di pretrattamento, 30 anni di responsabilità finanziaria nel post-discarica, ma anche il passaggio dei limiti alle emissioni degli inceneritori a 0,1 ng-TEQ anziché i precedenti 10 ng-TEQ di diossine e furani... oltre all’aumento del costo del lavoro, delle attrezzature, dei combustibili, ecc. Poi però l’articolo sostanzialmente deduce, e qui sta il salto logico e la scorrettezza della analisi: "siccome nello stesso periodo è aumentata la RD, allora l'aumento di costo è colpa della RD". Un sillogismo davvero risibile, equivalente a dire (giusto per fare capire quanto sia irricevibile il meccanismo logico): "Le grandi multiutility sono state costituite negli ultimi anni, e siccome negli stessi anni c'è stata la crisi economica globale, allora le multiutility sono responsabili della crisi economica globale". Una logica davvero poco solida, sia nel caso di esempio, come nella analisi inclusa nell’articolo. Orbene: anche su questo tema, lasciamo rispondere all’evidenza. Basta il grafico riportato sotto, che fa vedere l'aumento dei costi dei servizi di igiene urbana in Italia in 10 anni (= 60% circa), e nello stesso tempo, l'andamento nel Consorzio CONTARINA (uno dei Consoorzi-record a livello mondiale per tassi di raccolta differenziata e pratiche di minimizzazione dello smaltimento: 86% di RD. Bene, nel loro caso si registra solo l’8% di aumento del costo del Servizio, largamente inferiore non solo all’aumento medio in Italia, ma allo stesso aumento dell’indice ISTAT o indice dei prezzi al consumo): con ogni evidenza, dunque tanta raccolta differenziata non solo fa risparmiare, ma contiene anche l’aumento del costo nel tempo, anche se a chi non crede in essa conviene dire, con il salto logico sopra evidenziato, che "l'aumento è colpa della RD".


Ma siamo, con ogni evidenza, nel campo delle argomentazioni strumentali. Continuiamo solo, e con deferenza, a sperare che un giornalismo avveduto non ne cada (più) vittima. Prontissimi a fornire tutte le evidenze del caso, perché il prossimo articolo in merito sia più solido e faccia davvero informazione, non distorsione della stessa.»


Giorgio Elìtropi ------------------------------- (*) Per esperienza personale, diffidate sempre di quei siti che inseriscono "green, eco, ecc." nel proprio nome per trattare argomenti ambientali. Come insegnava la mia professoressa di latino delle superiori, ricordano tanto quelle "repubbliche democratiche popolari" che di democratico e popolare avevano veramente poco...