Gentile direttore,
dopo aver letto l’editoriale di domenica dal titolo “Energie rinnovabili, impariamo dal Nord”, vorremmo fare alcune considerazioni.
dopo aver letto l’editoriale di domenica dal titolo “Energie rinnovabili, impariamo dal Nord”, vorremmo fare alcune considerazioni.
Pur condividendo appieno l’accorato appello affinché anche
in Italia ci si attivi sempre di più nella produzione di energia da fonti
rinnovabili, prendendo appunto esempio da quanto fatto in Svezia, siamo rimasti
alquanto basiti nel trovare, accanto all’eolico e al fotovoltaico, i
“termovalorizzatori” (sic!) alimentati da rifiuti. La Svezia, dopo la Danimarca,
ha il più alto tasso di incenerimento d’Europa, frutto di scelte politiche
“miopi” avvenute oltre vent’anni fa, che hanno legato il riscaldamento delle
abitazioni all’energia prodotta dalla combustione dei rifiuti. E che un domani
sempre più vicino, visto anche quanto ci chiede di fare l’Unione Europea in
merito alla gestione dei rifiuti, rischierà di lasciare i propri cittadini al
freddo. Oggi in Svezia si brucia circa il 50% dei rifiuti urbani, ma se anche
si bruciasse il 100%, gli svedesi produrrebbero solo il 4% dell’energia di cui
necessitano. Inoltre, occorre considerare anche la bassissima efficienza
energetica degli inceneritori, che è circa del 20%, ottimizzata al 23% nel caso
di teleriscaldamento, mentre, per fare un esempio, le inquinanti centrali a
carbone hanno una efficienza energetica del 40%. Bruciare plastica, prodotta
con il petrolio, un derivato dal carbone, per non bruciare carbone: ci sembra
una scelta poco "intelligente"...
Ricordiamo anche che gli inceneritori non risolvono
assolutamente il problema delle discariche perché circa il 30% di quanto viene
bruciato diventa cenere altamente tossica, che deve poi essere stoccata,
appunto, in discariche speciali.
Infine, affermare che esistano inceneritori “ad emissioni
zero” fa un po’ a botte con il principio di conservazione della massa per cui
“nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”: incenerire rifiuti
produce emissioni in atmosfera di diossine, furani, metalli pesanti, polveri
sottili e pcb. Numerose evidenze nella letteratura nazionale ed internazionale
documentano incrementi del rischio ambientale legati all'incenerimento
industriale dei rifiuti, anche quando questo avviene in impianti di ultima
generazione.
Insomma, se viviamo in un ambiente altamente inquinato,
forse, non tutte le responsabilità vanno attribuite solo alle automobili e alle
stufe a legna.
Associazione 5R Zero Sprechi
Nessun commento:
Posta un commento