Sabato 1° luglio alcuni attivisti della nostra associazione hanno preso parte alla Marcia dei 5 camini, organizzata dal Comitato La Nostra aria e da Rete Rifiuti Zero Lombardia che da anni si battono per ottenere una analisi epidemiologica "super partes" per valutare il reale impatto inquinante per la salute e l'ambiente circostante, di fronte alla richiesta del cementificio Italcementi di passare, dalle attuali 30 mila tonnellate di CSS (combustibile solido secondario, ossia lastica, gomme e pneumatici) a ben 110 mila tonnelate.
Oltre ai comitati di Calusco, hanno preso parte vari comitati e associazioni, in "rappresentanza" degli incenertori di Valmadrera, Filago, Trezzo sull'Adda e Dalmine, 4 inceneritori più un cementificio che brucianoogni anno, oltre 650 mila tonnellate di riifiuti.
Questo di seguito il nostro breve contributo, letto da Giorgio, alla quarta postazione, quella dell'inceneritore della Rea di Dalmine.
"A Dalmine, l’inceneritore della REA è stato inaugurato nel 2001. Da allora, ogni anno, per 8.200 ore, incenerisce 151.000 tonnellate di rifiuti.
Qualcuno vi avrà detto che gli inceneritori sono “un male necessario” perché altrimenti si dovrebbero riaprire le discariche. Ebbene, a costoro ricordiamo che, ogni anno, l’inceneritore di Dalmine produce ben 35.000 tonnellate di ceneri altamente tossiche, che devono poi essere conferite in discariche speciali.
Qualche giorno fa, è comparso un articolo su un quotidiano locale che, nel descrivere la nostra iniziativa di oggi, ci ha definiti “i comitati del no”. Sicuramente chi è qui oggi condivide l’idea che gli inceneritori, sia quelli veri, come quello di Dalmine, sia quelli camuffati da cementifici, come quello di Calusco, siano pericolosi per la salute e per l’ambiente. Ma noi dell’Associazione 5R Zero Sprechi non vogliamo tediarvi con dati sanitari; sono ormai innumerevoli gli studi condotti da autorevoli medici e scienziati (dall’ISDE a Medicina Democratica) che stabiliscono senza ombra di dubbio la “scarsa salubrità” degli inceneritori, responsabili di rilasciare nell’ambiente diossine, furani, metalli pesanti e pbc.
Il nostro no agli inceneritori non si ferma qui. Esiste un’alternativa reale e concreta all’incenerimento dei rifiuti. Questa alternativa si chiama Rifiuti Zero, una strategia basata su tante piccole buone pratiche che se, attuata da ciascuno di noi, porterebbe ad una riduzione dei rifiuti da portare a incenerimento. E introdurre la Tariffa Puntuale come metodo per fare la raccolta differenziata, come è stato fatto anche qui nella bergamasca in qualche comune, è un sistema infallibile per ridurre i rifiuti. A Boltiere, per esempio, prima dell’introduzione della Tariffa Puntuale ogni cittadino produceva ogni anno circa 180 kg di secco residuo, con una raccolta differenziata del 58%.
Con l’introduzione di un semplice bidoncino dotato di microchip, si è passati così all’82% di Raccolta Differenziata, riducendo inoltre la Tari di oltre 120.000 euro, il 21% in meno dei 580 mila euro preventivati e producendo un terzo del secco che veniva prodotto prima.
Questa riduzione del secco, meno di 60 kg all'anno per abitante, ha avuto come conseguenza l’aumento degli altri materiali, primi tra tutti la plastica e la carta, materiali che sono stati avviati a riciclo e che invece prima, come avviene in quasi tutti i nostri comuni qui vicino, finivano nel secco residuo e quindi in un inceneritore.
Certo, si può fare meglio, ma questo è un importante primo passo. E di piccoli passi verso Rifiuti Zero ce ne sono tanti altri, come quello di utilizzare detersivi alla spina e fare uso delle casette dell’acqua per ridurre la quantità di rifiuti, come realizzare dei centri di riparazione e di riuso per dare nuova vita a tanti oggetti che altrimenti verrebbero buttati via.
Insomma, se vogliamo spegnere gli inceneritori, abbiamo solo una strada da percorrere, quella di Rifiuti Zero!"
Associazione 5R Zero Sprechi
Un grazie, in particolare, a Michele, giunto sino da Brescia per fare "servizio d'ordine", a Elisa, per aver "colorato" e portato a spasso per le vie di Calusco il camino della Rea [permetteteci, decisamente il più bello di tutti ;-) ] e a Tania e Federico per aver allestito e smontato il nostro gazebo.
Con l’introduzione di un semplice bidoncino dotato di microchip, si è passati così all’82% di Raccolta Differenziata, riducendo inoltre la Tari di oltre 120.000 euro, il 21% in meno dei 580 mila euro preventivati e producendo un terzo del secco che veniva prodotto prima.
Questa riduzione del secco, meno di 60 kg all'anno per abitante, ha avuto come conseguenza l’aumento degli altri materiali, primi tra tutti la plastica e la carta, materiali che sono stati avviati a riciclo e che invece prima, come avviene in quasi tutti i nostri comuni qui vicino, finivano nel secco residuo e quindi in un inceneritore.
Certo, si può fare meglio, ma questo è un importante primo passo. E di piccoli passi verso Rifiuti Zero ce ne sono tanti altri, come quello di utilizzare detersivi alla spina e fare uso delle casette dell’acqua per ridurre la quantità di rifiuti, come realizzare dei centri di riparazione e di riuso per dare nuova vita a tanti oggetti che altrimenti verrebbero buttati via.
Insomma, se vogliamo spegnere gli inceneritori, abbiamo solo una strada da percorrere, quella di Rifiuti Zero!"
Associazione 5R Zero Sprechi
Un grazie, in particolare, a Michele, giunto sino da Brescia per fare "servizio d'ordine", a Elisa, per aver "colorato" e portato a spasso per le vie di Calusco il camino della Rea [permetteteci, decisamente il più bello di tutti ;-) ] e a Tania e Federico per aver allestito e smontato il nostro gazebo.
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